Testo di Beatrice C.

Erano ormai alcune settimane che l’ispettore Castonini non riusciva a risolvere il caso di uno strano signore che emanava un contagioso virus. Ogni volta che contagiava qualcuno scriveva un biglietto e lo posava sul davanzale della finestra; su quel biglietto c’era sempre scritto:il signor Covid-19.

Quella mattina qualcuno bussò alla porta dell’ispettore, si fece avanti un ragazzo abbastanza alto e magro, aveva degli occhiali rotondi, una camicia a quadri alternati rosa e verdi con una cravatta a righe blu e gialle, inoltre aveva dei bizzarri pantaloni a pois rossi e azzurri. L’ispettore era imbambolato a osservare quel tipo e allora il ragazzo disse: -Salve io sono Paoletto, ho letto sui giornali che siete in cerca di un assistente che vi aiuti a risolvere il caso del signor Covid-19! Potrei fare al caso vostro! L’ ispettore immediatamente comunicò che era assunto e l’ometto esultò.

Era quasi mezzogiorno e nell’ufficio dell’ispettore suonò il telefono. Subito Paoletto rispose e una voce gli disse:-Polizia?! Aiuto! Mio figlio non respira più! Paoletto rispose:-Lo porti in ospedale, noi arriviamo subito. Noi andiamo a casa sua, ci dia l’indirizzo di casa sua.

A quel punto i due partirono per la missione e Paoletto chiese di guidare, l’ispettore annuì e così il ragazzo si mise al volante.

Mentre erano per strada Paoletto, ancora non pratico nell’uso di quell’auto, accidentalmente andò a schiantarsi contro un paletto di legno. Immediatamente l’ispettore gli urlò in faccia dicendogli di muoversi e di iniziare a correre se non voleva fare una brutta fine.

Arrivati nella casa della vittima l’ispettore disse a Paoletto di prendere la lente di ingrandimento e lui corse in macchina a prenderla, ma mentre correva verso casa si inciampò su un piccolo sasso, l’ispettore vide la scena e di nuovo lo rimproverò, ma questa volta un po’ più calmo.

Poco dopo l’ispettore e l’aiutante entrarono in casa e subito iniziarono a perlustrarla da cima a fondo, uno la zona giorno, l’altro la zona notte. Ad un tratto si sentì un urlo di gioia. Quando tornò da Paoletto, Castonini gli disse che aveva trovato un pezzo di stoffa da esaminare, sembrava una buona pista.

Tornati in ufficio l’ispettore chiamò Luigi, il chimico della polizia, e gli diede da esaminare il pezzo di stoffa trovato nella casa. Luigi tornò alcune ore dopo dando loro buone notizie:aveva quasi finito la ricerca e forse aveva trovato qualcosa di interessante.

L’ispettore allora propose a Paoletto di andare a casa del direttore dell’ospedale, per chiedergli come andavano le cure dei pazienti infetti. Arrivati là videro il direttore seduto sulla poltrona, sembrava molto depresso; i due entrarono a casa sua e gli chiesero cosa succedeva.

Lui rispose che stavano finendo i soldi per comprare tutti i medicinali, i posti letto per le cure erano quasi esauriti e se li finivano dovevano vendere l’ospedale al signor Puertotoro, un ricco uomo antipatico che pensava solo a se stesso. In quel momento all’ispettore venne un’idea e pensò fra se:-E se fosse lui il signor Covid-19?

Quella notte l’ispettore pensò ancora all’ipotesi del signor Puertotoro e si decise: l’indomani lui e Paoletto sarebbero andati a fargli una “visita” a sorpresa. Infatti l’indomani mattina alle 9:00 i due investigatori si diressero verso la lussuosa casa del signor Puertotoro. Un’ora dopo erano davanti alla sua porta. Aprì loro una graziosa signorina bionda con gli occhi azzurri e un bel nasino, era vestita con un abito rosso e bianco. Li portò nella sala principale e solo lì chiese loro per quale motivo erano venuti a fare quella visita. L’ispettore le rispose:-Dobbiamo parlare con il signore Puertotoro.

Alcuni minuti dopo videro davanti a loro un signore alto e robusto dalla carnagione scura; indossava una camicia azzurrino pallido con una cravatta e dei pantaloni, entrambi rossi. Era calvo con dei minuscoli occhialini sulla punta del naso. Con una voce molto potente chiese loro quale era il motivo di quella visita, loro risposero che dovevano fare delle indagini. Lui annuì disse che la casa era a loro disposizione e se ne andò. I due andarono a fare l’ispezione e poco dopo tornarono dicendogli che Paoletto sarebbe tornato l’indomani.

Il giorno dopo, come era stato concordato, l’aiutante dell’ispettore andò a casa del signor Puertotoro. Il giovane ragazzo non sapeva cosa fare in quella casa, Castonini non gli aveva dato indicazioni e quindi si annoiò un po’.

Quella sera ci furono altri 800 casi di infezione da virus e a quel punto l’ispettore iniziò a innervosirsi, così decise di convocare Luigi, il chimico della polizia. Luigi arrivò tutto trafelato nell’ufficio dell’ispettore che subito gli domandò a che punto era con le analisi della stoffa. Lui rispose che avrebbe finito entro due ore scarse. Subito dopo arrivò Paoletto e chiese all’ispettore come andavano le cose e lui, seccato, gli ordinò di stare un momento zitto.

Quella notte per l’ispettore non fu tranquilla perché aveva molti pensieri per la testa e tra l’altro ci furono tantissime telefonate tra cui quella del maggiordomo della signora Funvi, la signora più ricca della città, per comunicargli che la donna era stata contagiata dalla terribile malattia. La mattina dopo, alle 5:30, arrivò Luigi a svegliare l’ispettore dicendogli che aveva finito l’analisi della stoffa. Luigi diede all’ispettore la foto del signore a cui appartenevano e a quel punto l’ispettore, che ormai era sveglio, chiese a Luigi di fare una ricerca per scoprire dove abitava il signore a cui apparteneva quella stoffa.

Arrivato alla casa che lui riteneva “del colpevole” l’ispettore bussò alla porta tutto felice di aver risolto il mistero ma, quando la porta si aprì, ad accoglierlo c’era la signora che abitava nella casa dove aveva trovato la stoffa;la signora gli chiese preoccupata se era successo qualcosa e lui imbarazzato per l’accaduto disse che era venuto per fare un controllo (ovviamente era una bugia)

Quando l’ispettore incontrò Luigi lo stava quasi per strozzare dalla rabbia ma per fortuna Paoletto lo allontanò e lo portò nel suo ufficio. Paoletto apostrofò l’ispettore dicendogli che anche lui aveva sbagliato, perché comunque aveva raccolto lui il pezzo di stoffa dal pavimento della casa.

Continue telefonate arrivavano alla polizia per altri nuovi contagiati. Dopo pranzo arrivò un’inaspettata visita: era il signor Puertotoro.

Il ricco signore disse loro che anche la signora Funvi, che era una sua “cara” amica era stata colpita dal “coronavirus”, subito l’ispettore si alzò in piedi dicendo ad alta voce: -Sei tu il signor Covid-19! Ieri sera il suo maggiordomo mi ha telefonato dicendomi che sua moglie era infetta e mi ha riferito anche che lo voleva dire solo a me per non divulgare troppo la cosa e per non finire sui giornali dato che lei è una persona molto ricca!!!

Paoletto a quel punto aggiunse: -Ti sei fregato da solo!

Il signor Puertotoro sbuffò: -Non è giusto, stavo per realizzare il mio piano!L’ispettore allora gli chiese: -Ma quale era il tuo piano?!

-Il mio piano era comprare l’ospedale per poi abbatterlo e costruire nuovi appartamenti!

- Bè ora aspetterai un po’ in cella prima di costruire gli appartamenti.

Paoletto e l’ispettore si guardarono ed entrambi iniziarono a ridere.

Un altro caso era stato risolto.

Testo genere “giallo”. Beatrice C.